Saturday, September 26, 2009

E Brunetta disse: Fannuloni in paradiso..( ^__^ )

Brunetta, Brunetta...ho già sentito questo nome...non è per caso colui il quale gridava di ciarpame culturale in un video ??

Però per me la cosa più grave erano le persone che lo applaudivano...certo erano suoi amici sicuramente,poi gli avrà offerto il caffè a tutti...però se erano suoi amici veri avrebbero dovuto dire di non riprenderlo...

In questo video vediamo la follia...è l'Anteprima di Anno Zero,così salutiamo anche il ritorno di questo programma...( con il quale non sempre mi trovo d'accordo)




Comunque fà anche il ministro,più o meno con zelo un pò come tutti ...e aveva intrapreso - affermava - una crociata contro i "fannulloni" ( inserendo un pò di tutti in questa categoria come sempre accade agli zeloti ) una campagna condotta colpi di annunci strillatissimi....

Pare che abbia vuto così tanto successo nella sua opera che ora ha deciso di riallargare le maglie..Un liberi tutti ?? Poco ci manca......solo che,nessuno se ne è accorto...Brunetta e il ministero non hanno dato altrettanta enfasi al "liberi tutti"

Dalla stampa l'estratto di un articolo davvero interessante che fà il paio con lo speciale dell'Espresso di un paio di settimane fà sul sostanziale fallimento e sulla ritirata delle norme che il buon Brunetta ha varato nella sua vera e propria "caccia alla Streghe"...

«Il ministro ha fatto marcia indietro, si è rimangiato le norme anti-fannulloni». «È un falso di Repubblica.it, nessun dietrofront». Dietro la polemica tra il ministro Renato Brunetta, le organizzazioni sindacali e l’edizione online del quotidiano romano - che ieri in un lungo articolo denunciava che la cosiddetta «normativa antifannulloni» era stata abrogata silenziosamente in un decreto legge di luglio - una verità inequivocabile c’è: il ministro ha dovuto fare effettivamente marcia indietro sull’orario di reperibilità dei dipendenti pubblici malati.

Con la riforma del 2008, Brunetta aveva stabilito che il «travet» ammalato dovesse essere sostanzialmente rinchiuso in casa per undici ore (dalle otto di mattina all’una, e poi dalle due fino alle otto di sera, compresi i giorni non lavorativi e festivi) ad aspettare l’eventuale arrivo del medico fiscale. Come dire: inchiodati a casa per un arco di tempo addirittura superiore all’orario di lavoro giornaliero.

Una disciplina dal carattere evidentemente punitivo e repressivo. Studiata per dare fastidio al dipendente pubblico malato, e impedirgli comunque di approfittare in qualunque modo pena il licenziamento della sua condizione di malato, vero o immaginario. Lasciandogli addirittura una sola «ora d’aria» per andarsi a comprare un panino o fare una veloce spesa. Una disciplina contro cui i sindacati e i lavoratori della pubblica amministrazione si sono scatenati, giudicandola ingiusta, sproporzionata e inapplicabile. Fatto sta che una norma contenuta nel decreto legge 102 del luglio scorso in pratica l’ha abolita, uniformando le regole sulla reperibilità dei «pubblici» a quelle dei lavoratori del settore privato. In altre parole, da qualche settimana basta farsi trovare a casa dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Il ministro della Pubblica Amministrazione assicura che nulla è cambiato in quella che chiama la sua «battaglia contro i fannulloni». Certo è che questa novità pure significativa è passata nel silenzio (o nella disattenzione) più generale, cosa inconsueta per gli atti - di norma accompagnati da un clamore mediatico spaventoso - compiuti da Brunetta. Non a caso un sindacalista della Uil interpellato da Repubblica.it ironizza: «quando sono state introdotte certe norme, come la reperibilità di 11 ore al giorno in caso di malattia, lo si è fatto con le fanfare. Ora che fa marcia indietro, il ministro Brunetta non rilascia nemmeno una misera dichiarazioncina alla stampa?"

Ovviamente Brunetta afferma il contrario come potete leggere sulla Stampa

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