Sunday, September 20, 2009

Bosnia 2.0: una generazione dopo la "fine" di una guerra,cosa accade


Nota un pò diversa dal solito..non è in risposta a nessuno...Inutile dire chi sia...Basta aprire la TiVi....lo vedrete ovunque. Straparla per farsi notare.

  Noli tange.E' l'oggetto dell'articolo che mi interessava.

Cosa accade una generazione  dopo la fine di una guerra ?? Mentre  i nostri soldati iniziano il loro ritorno mi chiedevo questo leggendo alcuni articoli su un settimanale...

 Una risposta c'è e la abbiamo neanche tanto lontano..a due o tre passi da noi..

 Bosnia 2.0 è un articolo che potete trovare su D la repubblica delle Donne che è in edicola in questi giorni ed anche un video reportage  su Repubblica Tv

Cosa accade una generazione  dopo la fine di una guerra ??

 L'incipit è bello: tra noi non c'è odio ma alla politica non crediamo più...ma quel che segue non proprio.

 L'incipit della nota di D ...


 Siamo tanti in questastanza dove c'è un'elefante rosa, maquasi tutti i presentiprovano a far finta dinulla».

 La stanza èla Bosnia-Erzegovina,l'elefante rosa rappresenta l'eredità della guerra. E
Sabina Cehajic, 29enne docente diPsicologia politica e sociale all'universitàdi Sarajevo, sceglie di spiegare così il presente. «Perché siamo tutti in
qualche modo responsabili di ciò che è accaduto. E se non sapremo confrontarci
sul passato non avremo futuro, ma soprattutto non ne potremo offrire
uno ai nostri ragazzi».
 A cominciare da quelli nati durante la guerra (tra il '92 e il '95). Senza colpe e senza memoria. «Non esistono numeri e statistiche, né progetti istituzionali dedicati
a questa generazione», ammette la professoressa Cehajic. «Non riusciamo
a metterci d'accordo sul numero dei morti, figurarsi su quello dei vivi».
Inizia così questo viaggio incontro alle storie dei teenager bosniaci che vivono
con la pace, loro coetanea. Adna, per esempio, nata 17 anni fa in una famiglia musulmana di Tuzla.«Sono fortunata a non avere ricordi di guerra, ma penso che le divisioni appartengano alla generazione dei nostri genitori, non a noi». Parla veloce sotto il sole di fine estate, nel centro della terza città di Bosnia (100 mila abitanti
circa), tra ciminiere in vista e una multiculturalità diffusa che qui è anche
tradizione politica.

 I quasi quattordici anni trascorsi dagli "accordi di Dayton" che fermarono il conflitto hanno portato due laghi (salati) artificiali, ma soprattutto una moltitudine di teenager come Adna

Il sabato pomeriggio li incroci nella piazza dove una lapide ricorda
una delle tante stragi di Bosnia: 71 civili uccisi (240 i feriti) da un colpo
di mortaio, la sera del 25 maggio 1995. Gran parte di loro erano ragazzi:
per volere della comunità, furono seppelliti tutti nello stesso prato, senza distinzioni
di cognomi o religioni. «Fu un gesto importante, dobbiamo ricordarlo», riflette Sejla. Lei ha quindici anni, da otto suona il violino e i racconti delle bombe li ha ascoltati dal fratelloAlen (nato nel 1985) e dai genitoriche, come lei, vivono per la musica:
Dzevad, coordinatore di una Ong locale, e Jasminka, insegnante, sono una
band, oltre che una coppia.

Nella casa di questa versione bosniaca degli Abba incontriamo anche Viktorija
e Monika. Trentaquattro anni in due, famiglia cattolica, vivono a Zivinice, a
pochi chilometri da Tuzla. «Abbiamo sogni e desideri come tutti i teenager
del mondo, ma a volte pensiamo che qualcuno ci abbia già rubato il futuro».Parla Viktorija e Monika annuisce, poi ci spiega che spera di andare al Conservatorio
di Zagabria per continuare a suonare il piano («frequento il secondo
anno del liceo musicale, con Sejla»), mentre la sorella andrà all'università a «studiare medicina e poi andare via, lontano, magari in Australia». Perché qui le divisioni di un tempo sembrano tornare. «I nostri coetanei musulmani
ci evitano», spiega Viktorija.«Ma il problema vero è quello della
violenza degli hooligans».Un'altra guerra del football? «Dal sette anni non mi perdo una partita del Velez, in curva ovviamente», rispondeDino, 240 chilometri più a
sud. «Qui a Mostar la divisione è netta,calcistica: Velez contro Zrinjski. Anzi, Red Army contro Ultras, roba chenemmeno a Glasgow tra i Rangers,
protestanti, e i Celtic, cattolici.

 Guarda su YouTube se non ci credi».

 
 
L'articolo è ben lungo...Bosnia 2.0 così si autodefinisce questa generazione...

Il video reportage di Repubblica TV


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