Wednesday, June 23, 2010

Evangelion 1.11: You are (not) alone: la recensione del Blu ray Dynit

Certamente interessante la recensione di uno dei primi Blu Ray della Dynit Evangelion 1.11: You are (not) alone

L'incipit:


Cosa vuole Hideaki Anno, realmente? È già un nome scolpito nella storia dell'animazione, ha scolpito la storia dell'animazione, è venerato da orde di fan acclamanti e con la sua serie cult ha guadagnato, e continua a guadagnare, barche di soldi, il che è sempre una buona cosa – non di sola aria vive l'uomo. Ce ne sarebbe abbastanza da essere soddisfatti per due vite. Eppure nel 2006 viene dato l'annuncio: Rebuild. Si ricostruisce Evangelion. Il Vangelo della Nuova Era diventa il Vangelo del Nuovo Millennio, in quattro atti. Perché? Non ne ho idea. Ancora di meno dopo avere guardato il primo capitolo (nella sua versione finale) della nuova tetralogia: Evangelion 1.11: You are (not) alone. Anzi, ci fosse qualcuno che lo sapesse, farebbe un'azione graditissima a illuminarmi, mettendo da parte i promo rilasciati in merito dalla Khara e dallo stesso Anno. Il mio non è scetticismo, sono solo perplessità successive a una visione
interlocutoria.

Insomma, quando si parla di Evangelion si parla di un franchise che vale miliardi di Yen. È facile pensare che l'operazione approntata attraverso il nuovo Studio Khara abbia fini per la maggior parte commerciali, e c'è da dire che il film non fa proprio tantissimo per cancellare quest'idea. In fondo la serie aveva trovato la sua legittima conclusione con The End of Evangelion, quindi risulta difficile individuare lo scopo del Rebuild. In effetti l'inquadratura stessa del primo atto è incerta e spesso contraddittoria. Da un lato c'è buona parte del montaggio della prima metà del film che riprende, con tagli e modifiche minimi, gli stessi identici frames dei primi episodi; dall'altro la seconda metà cambia in un certo senso stile. Le variazioni alla storia diventano più succulente, preannunciano degli sviluppi diversi dalle vicende conosciute nell'anime, e la loro messa in scena si stacca in modo netto dalle modalità tipiche di
Evangelion. Uno dei tanti tratti distintivi della serie era infatti il registro della sua narrazione, secco, asciutto e tagliente; nel 1.11 molte delle nuove sequenze sembrano invece compiacersi della loro ridondanza visiva, appaiono anche leziose, e quindi finiscono per mandare fuori fase l'unità stilistica dell'opera. Poi, per carità, è anche questione di sensibilità, ciò può dare fastidio oppure no, ma d'altro canto è indubbio che tale alternanza crei una confusione espressiva.

Chiara è invece la volontà di fare dei soli Shinji e Rei il centro del film. Anno stavolta insiste molto più sui due children e sulla loro relazione, lasciando da parte molti degli altri personaggi, i quali sono spostati più ai margini e si fanno portavoci di considerazioni e riflessioni fungenti da intermezzi alle azioni. In relazione a ciò, potrebbe pure sorgere la domanda «Ma non è che Anno si è mosso così perché doveva assemblare i primi sei episodi in un'ora e mezza di pellicola, con cesure, balzi eccetera?». Be', potrebbe anche essere, e sono più di uno gli indizi che lo fanno supporre. Infatti l'operazione di riduzione spesso procede a salti, i quali molte volte frustrano la consequenzialità logica delle scene. Si passa da una sequenza all'altra per bruschi tagli, senza raccordi causali o di altro genere a collegare i vari frammenti. Quest'aspetto, oltre a essere probabilmente stato dettato da esigenze di tempo, credo sia
una delle conseguenza della semplificazione dell'impostazione dell'anime. Difatti la complessità costruttiva della serie nel 1.11 viene resa più scorrevole e immediata, ristrutturata in funzione di una maggiore linearità dello svolgimento dei fatti. Il vantaggio è tutto per il pubblico medio, ma cosa si perde così? Ovvio, la struttura narrativa folgorante della serie, la complessità percettiva e l' "impatto linguistico" originari. A titolo esemplificativo basta confrontare la resa dei primi due episodi, L'attacco dell'angelo e Soffitti sconosciuti, rispetto a come sono inscenati gli stessi eventi nel lungometraggio. C'è comunque da dire che la conformazione originaria è intimamente legata alla natura seriale di NGE, e quindi non è trasportabile in un film. Perciò ci sarebbe stato un altro buon motivo per stravolgere tutto dal principio, riorganizzare i vari pezzi e partorire un primo capitolo davvero neonato, anziché mezzo
clone.

Continua...


http://www.animeclick.it/news/25360-evangelion-111-you-are-not-alone-recensione

Il trailer


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