Thursday, February 17, 2011

AGCOM e Copyright: una disciplina pericolosa

Un maschio giovane (56%, ma le donne sono ben rappresentate con il 44%) di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Ha la licenza di scuola media superiore, abita nel Centro-Sud e nelle isole (57%), e per la percentuale più alta vive in piccoli centri sotto i 10 mila abitanti.

E' questo l'identikit del pirata informatico italiano secondo la ricerca sulla pirateria online elaborata dall'istituto Ipsos che è stata presentata a fine gennaio dalla Fapav, (Federazione Anti-pirateria Audiovisiva) durante una importante conferenza a Roma, secondo la ricerca realizzata sarebbero state oltre 250 milioni le azioni illegali di scarico e di scambio di contenuti audiovisivi avvenute in Italia nell'ultimo anno, per un danno, si è stimato di 500 milioni di euro all'erario senza contare le perdite del mercato culturale. Secondo l'IPSOS il 37% del campione intervistato nell'indagine, avrebbe fruito di copie pirata di contenuti audiovisivi nel corso del 2009 con una crescita del 5% rispetto ad un'analoga ricerca svolta l'anno scorso e nello specifico con una crescita del 3% annuo della la pirateria digitale, dati considerati molto pesanti anche perchè sono stati, disinvoltamente, aggregati a quelli raccolti dalle ricerche europee in materia di pirateria online, raddoppiata in dieci anni, ricerche che trattegiano un fosco 2011 per le industrie creative europee prevedendo 19 miliardi di euro e 250 mila posti di lavoro le perdite dell'industria a causa della pirateria.

Possibilità di risolvere questo drammatico problema ?? Una possibile via di uscita, come è stato sottolineato sarebbe data dalla stesso identikit del pirata digitale italiano, che di solito abita in aree economiche depresse, questi elementi suggeriscono che l'aumento di offerta legale comporti una diminuzione significativa della pirateria: il 70% è ben consapevole di star compiendo un reato il loro per semplici motivazioni di risparmio, comodità, facilità di approccio ai contenuti, oltre che per un senso di impunità, e solo per questo continua a preferire il download illegale all'acquisto regolare dei prodotti multimediale, cosa accadrebbe se l'offerta legale fosse incrementata, a fronte di un'azione di contrasto più severa?

Non casualmente la FAPAV aveva invitato un rappresentante dell'Associazione Antipirateria Francese che ha illustrato la strategia francese basata sulla legge Hadopi ed i "risultati" ottenuti dalla sua applicazione. In Francia si è avuta una diminuzione dell'85% della pirateria online, risultato strabiliante, così come altrettanto strabiliante è stato l'enorme incremento di visite da oltralpe ai noti sistemi Megaupload registratosi nello stesso periodo, lo aggiungo per completezza di informazione.

La Conferenza romana della FAPAV ed i suoi dati quest'anno si inseriscono in un quadro molto diverso dal solito, poco prima di Natale, l'Autorità Garante per le Comunicazioni, (AGCOM ), guidata da Corrado Calabrò, ha varato all'unanimità il nuovo regolamento per la tutela del diritto d'autore, un pacchetto di misure di interventi che sono in questo momento in una fase di Consultazione pubblica , fase che dura complessivamente 60 giorni al termine del quale l'AGCOM tirerà le somme dei vari interventi, contributi e passerà al varo definitivo della nuova normativa che poi andrà all'esame del parlamento.

La nuova normativa, del Copyright sul Web delineata nel documento dell'AGCOM, inizialmente, non aveva suscitato apprensioni particolari, complice il clima festivo, si era fatta apprezzare apprezzare nei punti in cui respingeva, si sperava in modo definitivo, le facili sirene di quanti pretendevano di applicare acriticamente in Italia discipline che colpissero pesantemente gli utenti, prescindendo dal danno effettivo compiuto e ignorando ogni diritto se non quello dello sfruttamento commerciale, pretesa che aveva fatto fallire la prima bozza del documento, non erano però mancato chi fin dall'inizio aveva sottolineato come il documento fosse sottoponibile a critiche e aveva numerosi punti deboli.

La nuova normativa prevede per la tutela del diritto di copyright su un'opera dell'ingegno che sia violato da un sito Web un percorso in cinque fasi.

Come è imposto dal Decreto Romani l'AGCOM interverrà direttamente nella procedura di contestazione con un procedimento in 5 fasi.


I cinque punti della Disciplina


A) Il detentore di un copyright può chiedere innanzitutto al sito o servizio web di rimuovere quel contenuto del sito che potrebbe favorire la pirateria.

Oggetto della richiesta potranno essere: sia l'opera vera e propria su cui si detenie il diritto (musica, film, spettacoli, partite o altro) che sia disponibile in download o in streaming, oppure un semplice link o indicizzazione del file pirata presente su altri siti, infatti AGCOM nelle sue note afferma che le nuove disposizioni riguarderanno anche: "l'indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti".

B) Una volta che siano passate 48 ore dalla richiesta senza che vi siano stati riscontri, il detentore di diritti potrà rivolgersi all'AGCOM.

C) L'Autorità Garante aprirà un breve contraddittorio ( massimo 5 giorni) con il sito o servizio che viene accusato della violazione.

D) Accertato l'illecito sarà l'AGCOM stessa a sua volta a chiedere la rimozione.

E) In caso di mancata ottemperanza AGCOM potrà applicare una serie di sanzioni a carico del sito, in particolare quelle previste dal comma 31 della legge 249 del 1997( Oscuramento)


Per i siti stranieri definiti come quei siti che hanno il solo fine della diffusione di contenuti illeciti o i cui server sono localizzati al di fuori dei confini nazionali AGCOM si affida soprattutto alle soluzioni degli esperti ipotizzando di poter mettere a disposizione dei Provider una lista di siti illegali e nei casi di violazioni più gravi, inibire, previo contradditorio, il nome del dominio del sito web, ovvero dell'indirizzo IP. Soluzioni che evidenziano l'imbarazzo nei confronti di un mondo come quello del Web che per sua natura tollera poche frontiere.

Un procedimento, come sottolinea nel suo editoriale il direttore di Computer Idea, Andrea Maselli, un editoriale intitolato non casualmente: "Un Sospiro di Sollievo" proprio a contrapporsi ad un certo atteggiamento di molti Netizen, che solo apparentemente realizzava l'attesa quadratura del cerchio fra diritti degli utenti, tutela del Copyright e interessi generali, ma nella realtà della sua applicazione si può trasformare in un'arma, una lama , affilata come un rasoio, per far sparire da Internet il materiale che qualche privato ( leggi major) non dovesse vedere di buon occhio. Trasformando in una mera procedura amministrativa quella che è una questione di libertà d'espressione attraverso una procedura pressochè automatica considerati i tempi strettissimi della procedura stessa. Afferma Masielli:

. Senza entrare troppo nel dettaglio.
Il titolare dei diritti richiede al gestore di un sito di rimuovere determinati contenuti che ritiene siano stati pubblicati a suo danno. Se il gestore non ottempera entro 48 ore ( 2 giorni appena) il titolare può rivolgersi ad AGCOM che a questo punto ha 5 giorni di tempo 5 per verificare la violazione ( anche in contraddittorio ) ordinando poi al gestore la rimozione dei contenuti considerati illegali.

Ora se si considera che il gestore potrebbe non essere proprietario dei materiali considerati incriminati, ma solo colui che li ospita sul suo server ( provider, hoster, Web 2.0 You Tube, piattaforme di blog, spazi di archiviazione, Cloud ...) dati i tempi ristrettissimi previsti dalla procedura potrebbe facilmente trovarsi nella condizione di far immediatamente piazza pulita di tutto per evitare grane: alla faccia del proprietario, del navigatore e dei suoi eventuali diritti sul contenuto. Un vero e proprio meccanismo espresso realizzato in chiave amministrativa extragiudiziale, basato su verifiche necessariamente sommarie, in grado di ridurre al minimo ogni possibilità di difesa, qualcosa che non ha precedenti nel nostro ordinamento.

Quel che si vorrebbe capire è perchè mai un simile trattamento di assoluto favore è stato riservato ai titolari dei diritti economici di copyright, in danno assoluto del diritto alla libertà di espressione delle altre persone.

Per quale motivo al mondo, per salvaguardare un diritto economico su un contenuto digitale dovremmo inventarci una sorta di "Tribunale Straordinario" che segua strade del tutto diverse e assolutamente prioritarie rispetto a quelle previste dal nostro ordinamento ?

Non è una posizione isolata. Si è formato un vero e proprio fronte unico di gruppi e organizzazioni della società civile e del Web, Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet - Confesercenti, Assoprovider - ConfCommercio, Studio legale Sarzana che ha lanciato un appello contrario all'approvazione della normativa che mette a rischio la liberta del Web attribuendo poteri troppo ampli all'AGCOM, permettendogli, invocando la tutela del Copyright, nelle sue varie forme di sequestrare interi siti internet, ( ovvero impedirvi l'accesso ) ai cittadini italiani, al di fuori di ogni possibile preventivo controllo dell'autorità giudiziaria, e questo anche quando tali siti si trovino su server posti all'estero. Una normativa, quindi, incostituzionale.

Appello: Sito Non Raggiungibile



Un appello che stà riscuotendo discreto consenso in rete.

Inoltre proprio recentemente le richieste e le preoccupazioni emerse nella discussione pubblica in corso hanno trovato un'eco a livello della sfera politica, in ben altre faccende affaccendato, lo testimonia un' interpellanza, trasversale, con firme di parlamentari di destra e sinistra che richiedono al governo di lasciar decidere al parlamento sulla competenza dell'AGCOM nella materia del copyright. Ma come e quando avverrà questa decisione ? E attraverso quali consulenze ?

Note Redatta - o megllio ri redatta - per Animeclick.

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