
Dall'altra parte un pezzo dei senatori del Movimento, che non rappresenta solo se stesso che si è stancato di rifiutare qualunque alleanza, anche considerando che in altre realtà,fuori dal parlamento il M5S, alleandosi, formalmente,o meno, riesce a vincere e così porta avanti il suo prgramma, in Parlamento, luogo principe delle allenaze, no. In mezzo - come riportano le cronache di repubblica - un gruppo silenzioso, che stà osservando l'evolversi della situazione, incupito e probabilmente molto addolorato.
Come annotava Pietro Severino sull'Huffinghton Post:
La distinzione tra 'ortodossi' e 'dissidenti', tra 'linea dura' e 'strategia della trattativa' è riemersa, rivelando che le linee di frattura hanno radici più profonde di una banele discussione sulle alleanze, sul via libera o meno ad un Letta-bis. "Qual è la nostra linea, chi la decide, siamo portavoce del nostro meetup o di tutti i cittadini italiani", sono state le domande ricorrenti al terzo piano di Palazzo Madama. Quesiti spesso senza risposta, ancora più spesso divisivi e polarizzanti perché mostrano che l'esercito di Grillo è in difficoltà a combattere la propria guerra perché i suoi soldati indossano divise di diverso colore sul campo di battaglia.
È plasticamente emersa non una divisione, una spaccatura, all'interno della creatura di Beppe Grillo. Ma due modi radicali di concepirne il senso e l'essenza. Due veri e propri Movimenti.
Il secondo affonda le radici nei cinque stelle delle origini. Tutto può essere messo in discussione, tutto deve essere valutato singolarmente ed empiricamente. Non statuto e Regolamento fissano i tre-quattro punti fondamentali, tutto il resto può essere criticato. Anche i post di Grillo, soprattutto se il capo non li condivide prima. Dice Maurizio Romani: "Ho cercato canale diretto con Grillo, ma non sono mai riuscito a contattarlo. Così sui suoi post si possono fare solo ipotesi, cercare di interpretarli, anche perché dallo staff non arriva mai nessuna indicazione".Nel pacchetto rientra anche qualunque tipo di ipotesi in caso di crisi di governo. Lo fa linearmente presente Louis Orellana: "Per me il dialogo si basa su un'ipotesi di governo a 5 Stelle. Ma noi siamo solo 50 e dobbiamo dialogare con altri che hanno la maggioranza in questo Parlamento. Ad aprile scorso, con Vito Crimi e Roberta Lombardi, non abbiamo proprio fatto questo? Io non so se questa è la soluzione, ma non dobbiamo andare con i paraocchi e dire no a priori".
E l'attacco diretto allo staff comunicazione da parte di Orellana è andato ben oltre di quanto riportato dalle cronache, non si è trattato della mera citazione di Claudio Messora ma della messa in mora dell'intero staff:
"Non sappiamo chi sono i membri del gruppo comunicazione: ne conosco alcuni ma non so i nomi di tutti. E questa opacità a me non va bene".
Altre note sulle pagine dell'Huffinghton Post:
La vignetta del Moise è suo Copyrigt.
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