E' opportuno ricordare alcuni elementi storici
• IL GRUPPO 24
Prima degli anni ‘60 del 1900, gli shoujo manga erano scritti da uomini, i quali avevano il compito di promulgare e promuovere l’ideale dell’epoca della donna attenta casalinga e madre.
Queste circostanze sarebbero stato alterate con molta fatica e costanza da parte delle poche esponenti del sesso femminile che riuscirono a garantirsi un posto nelle riviste di manga, allora terreno quasi esclusivo della loro controparte maschile: è il caso di Machiko Hasegawa, la prima mangaka di successo, autrice di Sazae-san, e Nishitani Yoshiko (Lemon to Sakuranbo).
Tuttavia, è nella decade seguente che, complice un movimento di riscoperta della cultura nazionale, la vera rivoluzione venne attuata dal cosiddetto Gruppo 24, così chiamato perché la maggior parte delle sue esponenti sono nate nell’anno 24 dell’era Shouwa (1926-1989), ossia nel 1949 stando alla cronologia occidentale.
Riconosciute come appartenenti al cenacolo (sebbene non esista una membership definita) sono: Moto Hagio (Zankokuna kami ga shihai suru, Poe no Ichizoku), Keiko Takemiya (Kaze to ki no uta), Yumiko Ooshima (Banana Bread Pudding, Wata no kuni hoshi), Riyoko Yamagishi (Arabesque, Shiroi heya no futari), Riyoko Ikeda.
• RIYOKO IKEDA
Nata ad Osaka il 18 Dicembre 1947, Riyoko Ikeda ha da sempre nutrito una viva predilezione per la Storia, la Musica e l’Arte, elementi a cui, non a caso, ritaglierà uno spazio importante nella sua veste di mangaka, una professione che inizialmente intraprende in contemporanea alla frequenza dei corsi della Facoltà di Filosofia di Tokyo.
A questo periodo risale il suo primo lavoro, Bara yashiki no shoujo (La ragazza della casa delle rose), apparso sulla rivista Shoujo Friend, e nei successivi 5 anni, dal 1967 al 1972, confeziona alcune opere brevi come Futari pocchi e Sakurakyou, nelle quali è ben visibile l’influsso stilistico di Osamu Tezuka.
Nello stesso anno, 1972, la Ikeda decide di lasciare gli studi per dedicarsi allo Shoujo Manga tout court, in particolare a Le rose di Versailles, in originale Berusaiyu no bara, per i fans Berubara, meglio noto da noi come Lady Oscar.
Ispirato dalla biografia dell’ultima Regina di Francia redatta da Stefan Zweig, il fumetto narra le vicende di tre “rose”; Maria Antonietta, Hans Axel von Fersen, e Oscar François de Jarjayes. “Fin dal momento in cui l’ho concepito avevo deciso di abbinare una rosa a ciascuno dei personaggi: Oscar una rosa bianca; Madame de Polignac una venefica rosa gialla, mentre Rosalie è un bocciolo di color rosa. Jeanne infine è un’affascinante ma pericolosa rosa nera. Quindi non si tratta di un’unica rosa” spiega la Sensei nell’intervista a cura di Federico Colpi inserita nell’edizione D/Visual de Le rose.
Nel corso della "cronaca", le “tre rose” vengono a contatto nella sontuosa Reggia di Versailles, dove ciascuna plasmerà la storia dell’altra e la Storia medesima in un universo sospeso fra un’accurata ricostruzione storica e una più libera interpretazione artistica, due costanti sempre care alla sensibilità letteraria della Ikeda.
Il mio è un paese con venti secoli ricchi di storia eppure la maggior parte delle persone che incontro lo ricordo solo per i manga.
Si schernisce Riyoko Ikeda 62 anni, una vita dedicata ai fumetti. Ma la modestia che esibisce non può davvero nulla di fronte alla travolgente fortuna che accompagna sin dal primo giorno di vita Lady oscar, il manga che Riyoko Ikeda ha cominciato a disegnare nel 1972 e che in 40 è diventato il più formidabile ambasciatore dell'immagine del Giappone nel mondo.
Riyoko Ikeda Gli Inizi
Frequentavo l'università di Tsukuba e studiavo filosofia: la mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative della mia famiglia, ma soprattutto complico la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile e me lo fecero capire subito.
Riyoko Ikeda e i suoi manga
In Lady Oscar tratteggiò la figura di una ragazza androgina in divisa che si fà strada alla corte di Francia facendo innamorare di se anche Maria Antonietta; in Caro Fraatello, pubblicato nel 74, tocca temi sensibili come il suicidio, l'incesto rapporti lesbici, dipendenza dalle droghe...E questo in un paese fortemente sessiti perchè negli anni 70 in Giappone una donna che decideva di lavorare era fortemente osteggiata.
Una donna Mangaka
Ed il sessismo è ben presente anche ne mondo dei manga, dominato dagli uomini negli anni 70, è stato durissimo.e se possibile ho dovuto lavorare anche più di loro, pur essendo pagata un terzo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare. Quando ho chiesto come mai le donne guadagnavano molto meno mi sono sentita rispondere: Perché si suppone che gli uomini debbano sposare una donna e mantenerla, non il contrario. Io credo che Lady Oscar rappresenti la libertà: quella di essere una donna dall'animo più maschile, oppure un uomo dall'animo più femminile.
I Manga negli anni 70
All'epoca il manga era considerato una sottocultura. io e gli altri come me si affaciavano nel fumetto all'inizio all'inizio degli anni 70 pensavamo di dover creare qualcosa che restasse, qualcosa di più alto. Credo che questa sia stata una delle prime ragioni del mio successo.
Riyoko Ikeda e l'Italia
Sono molto contenta del mio immenso successo qui in Italia.
La Maestra Riyoko Ikeda sarà l'ospite principale del Romics, ha guidato la sfilata Cosplay di piazza del Popolo e sarà la protagonista di un concerto lirico che terrà presso la ex Chiesa di Santa Maria al Collegio Romano (Piazza del Collegio Romano 5) il primo ottobre.
No comments:
Post a Comment