Sunday, August 19, 2007

Intervista alla traduttrice Simona Stanzani

Una segnalazione interessante da Manga for ever...su un'intervista
rilasciata da una traduttrice italiana,Simona Stanzani ad una rivista
Nipponica...Mangaforever ha ottenuto una traduzione
dell'intervista...sicuramente interessante l'intervista non solo per
conoscere meglio Simona Stanzani ma anche per capire meglio come il Giappone
guarda i Gajin che si occupano dei manga...

Il link

http://www.mangaforever.net/forum/index.php?showtopic=8270


Sul sito di "Pingmag"( un s sito nipponico )..è apparsa un'intervista
all'italiana Simona Stanzani, che traduce molti dei titoli di maggior
successo in Italia, tra cui "Bleach" e "Steel Ball Run".

Sarà interessante scoprire la sua storia e gli aspetti più particolari del
lavoro di traduzione!

Da 15 anni, Simona Stanzani traduce manga dal Giapponese all'Italian. E non
manga qualsiasi, ma i pezzi grossi dei generi shojo e shonen: "Air Gear",
"Bleach", "Steel Ball Run", "Host Club" e "Nana"! Una professione abbastanza
speciale e scommetto che molti la invidiano. Come è arrivata fin lì? PingMag
è andato a trovare Simona nell'amabile complesso Nakameguro di Tokyo, dove
vive attualmente...

Semplice domanda: Come sei diventata ciò che sei oggi – una traduttrice di
manga?

E' cominciata così: Quando ero piccola, cominciarono a trasmettere sulla Tv
italiana anime come "Heidi", la coproduzione nippo-svedese "Barbapapa" o
"Vicky the Vicking". Solo che non sapevamo che erano giapponesi perché
eravamo talmente abituati ai fumetti americani o all'animazione francese. E
la cosa che mi fece più impazzire fu "Grendizer" ("Goldrake"), un cugino del
"Great Mazinger" di Go Nagai, il creatore del genere e padre dei robot
giganti anni '70. Così, cominciai a disegnare fumetti con i personaggi
dell'animazione. A 14 anni il mio sogno era di venire in Giappone e
diventare una fumettista. E all'età di 17 anni cominciai a studiare
Giapponese.

A 17 anni??
Il fatto è che avevo lasciato la scuola così non avevo un diploma delle
scuole superiori. Ma sapevo che a Bologna tenevano un corso di Inglese.
Andai lì presso un professore dell'Università e gli dissi che che volevo
assolutamente studiare il Giapponese. Mi disse "OK!". Così. Studiai per
appena due anni! Dopodiché, c'erano tanti ragazzi interessati all'animazione
e ai fumetti giapponesi, il che ci rese una piccola comunità. Ognuno
conosceva l'altro da differenti città, e c'erano differenti gruppi che
facevano fanzines. Alla fine, alcuni di loro decisero di formare un'azienda
a Bologna per pubblicare manga con il supporto di un grosso editore.
Entrarono in contatto con me e, non appena ebbi finito il mio corso di
Giapponese, cominciai a lavorare con loro nel 1992. In più, non avevo
bisogno di studiare i manga. Sono una fumettista anch'io, e anche se la mia
professione è scrivere, un fumetto per me è una maniera molto naturale per
esprimermi.

il resto su manga for ever ovviamente

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