Saliha Ben Alì, fondatrice del ramo belga dell’Ong "Save-Society against violent extremism", e Christianne Boudreau, canadese, coordinatrice dell’Ong “Mothers for life” [ programmi di de-radicalizzazione che vedono le madri dei combattenti impegnate in prima linea contro l’estremismo e il terrorismo. ]sono intervenute durante un incontro promosso dalla Presidenza della Camera a Montecitorio al centro la realtà del radicalismo islamico considerata anche dalla parte di vittime così particolari come le famiglie dei cosiddetti foreign fighters.
Chi sono queste persone? perchè sono partite? Cosa realmente le muoveva ? Molte di queste famiglie vivono nello stesso clima di radicalismo dei loro figli ma moltissime altre vivono nell'ombra immensi drammi.
Durante l'incontro sono intervenuti anche Lasse Lindekilde, docente dell’Università di Aarhus, la cittadina danese che, tra le prime al mondo, ha avviato un programma di reinserimento sociale per i foreign fighters di ritorno, e Daniel Koehler, direttore "Girds" (German Institute on radicalization and de-radicalization studies), uno dei massimi esperti del fenomeno della radicalizzazione. Tra i relatori, anche Edith Schlaffer, direttrice esecutiva della rete "Women without borders/Save", fondatrice di diverse Ong che coinvolgono le donne dei Paesi del mondo arabo e musulmano nella lotta al fondamentalismo
video di Fabio Butera
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